C'era una volta un ragazzetto albanese che elemosinava monete ad un semaforo... ti passava accanto al finestrino con la mano aperta, ma passava in silenzio senza pretese o insistenze.
Io una volta gli allungai una moneta e lui mi ricambiò con un largo sorriso ed infinite grazie.
Da quel dì, ogni volta che mi vedeva in coda al semaforo mi riconosceva e mi salutava sorridendo anche se non gli davo nulla.
Un giorno non lo vidi più, al suo posto c'era una zingara con in braccio un bambino.
Il giorno successivo lo ritrovai accovacciato fuori dal supermercato sempre intento ad elemosinare.
Passandogli accanto gli rovesciai tra le mani tutto il contenuto del mio portamonete, poi gli chiesi il suo nome, lui mi riconobbe e mi rispose.
In seguito, ogni volta che passai di lì mi fermai volentieri a far due chiacchere con lui.
Aveva 15 anni, non aveva il permesso di soggiorno, ma sperava di trovare presto un lavoro.
Vista la mia apertura di dialogo ed interesse per le sue sorti , si era convinto che anch'io fossi albanese e sì stupì molto quando gli dissi d'esser italiana... questa cosa fa riflettere parecchio.
L'ultima volta che lo vidi mi disse che forse aveva trovato un lavoro, che c'era una persona che gli offriva un lavoro!!!
Sono passati due anni e spesso passando al suo ex semaforo o andando a quel supermercato il mio pensiero è andato a lui..."chissà dov'è e se sta bene" me lo sono domandato davvero un sacco di volte.
Stamattina mentre venivo in ufficio l'ho rivisto, giusto un attimo, ma ero certa che fosse lui.
Era in procinto di attraversare la strada, era una spanna più alto di come lo ricordavo, il visetto era pulito e indossava vestiti dignitosi e puliti, non elemosinava stava semplicemente attraversando la strada...
Oggi ho pensato come la gioia più grande stia in una speranza che si avvera.